giovedì, luglio 31, 2014

Scelta vegetariana

Nonostante la mia convinzione della scelta vegetariana e meglio ancora vegana, sono consapevole della difficoltà di metterla in pratica. A partire dall’ambito familiare e via via in tutti i contesti sociali e nelle varie situazioni di vita quotidiana ci si deve difendere dalla continua offerta di cibo animale. L’alimentazione avuta  nell’infanzia è rassicurante e difficile da lasciare. Gli argomenti a favore del consumo di carne, uova, latte formaggi sono molto forti. La tradizione, l’abitudine, l’elevata  qualità nutrizionale, il gusto, etc, sono veramente buoni argomenti. Se poi ci mettiamo la grande offerta  di questi prodotti, il costo relativamente basso se non si bada alla qualità. Se poi consideriamo gli interessi economici  nella produzione e distribuzione di questi alimenti, se pensiamo allo spiegamento di mezzi di persuasione mediatici a promuoverne il consumo, non è facile resistere e non mangiarne. La situazione è che non ci si preoccupa  dei problemi e dei retroscena  dell’impiego degli animali per produrre cibo, gli interessati al commercio non diffondono le informazioni complete,  i consumatori non sentono la necessità  di approfondire  l’argomento. si ritiene che gli animali non abbiano diritti, ed è proprio così, solo alcuni fortunati animali domestici e alcuni animali selvatici protetti  hanno la tutela umana, tutti gli altri non sono nulla, non sono considerati, tanto più se non li si vede soffrire.. L’allevamento di animali ha sicuramente origini preistoriche, sicuramente l’evoluzione della specie umana  è stata favorita anche dalla capacità di sfruttare questa pratica. Noi tutti, come gli umani preistorici, abbiamo la capacità di arrangiarci e di provvedere in qualsiasi modo alla sopravvivenza individuale e di gruppo. Ma un conto è ragionare di sopravvivenza e di vita in natura, un’altro è vivere nella società attuale in cui a causa del sovrappopolazione umana, la gran parte degli individui ha un ruolo molto simile a quello della ruota di scorta, ininfluente a fini collettivi. Non c’è il rapporto diretto tra le esigenze individuali e il mezzo per il quale vengono soddisfatte.  Non c’è un rapporto diretto tra il contributo dell’individuo nella società e l’effetto misurabile.  Siamo in una situazione di grande ridondanza di individui che al momento non sembra avere grandi vantaggi e nemmeno un qualche significato  evoluzionistico. Certo la popolazione numerosa a volte produce una ricchezza e offre la possibilità alla ricerca scientifica, allo sviluppo tecnologico, alla produzione industriale  di migliorare la qualità della vita. Ma pur avendo maggiori possibilità ci si deve confrontare con la ridotta disponibilità di risorse naturali, per cui non è possibile che a tutti gli esseri umani viventi sia data la aspettativa di usufruire di un benessere medio.  Ad esempio non è sostenibile dare da mangiare a tutta la popolazione mondiale  gli stessi  prodotti e la stessa quantità del cibo in uso nei paesi ricchi. La maggior parte della popolazione mondiale mangia cereali e vegetali. Non metto in discussione la nostra predisposizione onnivora, e la nostra flessibilità e capacità di adattamento nel procurare e consumare il cibo. Ma, è che è venuta meno la necessità di provvedere direttamente al reperimento del cibo, un sistema organizzato produce e ci fornisce il cibo, ed è un sistema che utilizza metodi terribili e crudeli, incurante dello status degli esseri viventi che tratta.. Ma nonostante il poco interesse nell’argomento tutti sanno più o meno cosa accade, tutti sanno quale origine e quale trattamento abbia avuto la deliziosa fetta di prosciutto che gusta tanto, prima di finire nel panino.  OK, per me la consapevolezza del metodo è già sufficiente per desiderare  non essere un destinatario del cibo prodotto con questo sistema.   Il vantaggio a non collaborare, e a non sostenere un certo sistema perverso consiste anche nell'essere libero di pensare e di valutare a pieno la situazione. Altrimenti, per convincermi al consumo di quel cibo, dovrei chiudere gli occhi, non pensare, oppure pensare limitato. Forse così, effettivamente, potrei  sentirmi  a mio agio, e appagato dalla sostanza del cibo. Ma, se non si vuole usare la testa e si rinnega la capacità che hanno gli animali del genere Homo, di “sentire” e interpretare lo stato d’animo e le sensazioni che altri esseri viventi provano,  allora va tutto bene, tutto va bene.  Meglio non saperne di più!!

lunedì, luglio 28, 2014

Giir di mont 2014

Ancora una grande giornata al Gir di Mont di Premana. Lo Sport qui si manifesta nella sua essenza:  svago,  partecipazione, socializzazione, per il lato culturale, agonismo performance e contatto con l’ambiente per il lato fisico. C’è bisogno di pianificazione  per affrontare il gir di mont,  il percorso presenta tutte le tipologie di terreno,  non manca la classica salita ripida, ci sono i tratti corribili in leggera pendenza,, ma sono le tre discese principali ad impegnare maggiormente. Sono discese che offrono buoni appoggi ma richiedono agilità e concentrazione. Io ho risentito della stanchezza ed ero poco efficace  nell’ultima discesa, quella più veloce, in parte sono stato anche condizionato dalla presenza di bagnato che consigliava prudenza. Quest’anno  sono riuscito a mantenere una prestazione più continua, senza avere un grosso calo nell'ultima salita e nel tratto ondulato che collega l’alpe Solina con l’alpe Deleguaggio. Avevo l’obiettivo di metterci meno di 5 ore, quasi ce la facevo, ci ho messo solo pochi secondi in più. Ma il vero successo è essere stato qui ancora una volta, sentire il fisico che sta bene, ed essere a proprio agio in grande compagnia e non accorgersi della fatica, pur praticando una attività sportiva individuale che a volte è pesante e poco gratificante durante gli allenamenti per tenersi in forma.

Giir di mont


Performance 2012-13-14