mercoledì, gennaio 22, 2014

Notte in Brianza

Non sono solo i fiumi che nascono nelle Prealpi in viaggio verso il Po a suscitare l’interesse per quello che  raccolgono nel loro corso, anche l’aria e la condensa trattenuta nel bacino padano è alquanto particolare. Di giorno impedisce agli abitanti del posto di vedere il cielo diffondendo un alone grigio che rende tutto uniforme, tant’è che gli abitanti stanno gradualmente perdendo l’uso della visione cromatica e non distinguono altro che la componente “luma”. Per questo le auto grigie sono cosi diffuse in cento e più varianti di tono. Di notte la stessa sostanza che scherma i colori diurni ha la funzione di catturare la luce emessa dai lampioni  e diffondere un alone arancio, impedendo agli abitanti di scorgere il buio del cielo notturno.  Nonostante la particolarità della zona, milioni di abitanti si intestardiscono nel permanere sul posto. Veramente durante la notte mentre si sta in casa poco importa degli effetti ottici in cielo, e neppure durante il giorno ci si preoccupa della mancanza di cromaticità all’esterno, la mancanza di visione su campo aperto, la limitazione del campo di distanza  a 100, 200m max,  la mancanza di visione in profondità rende inutile la visione “Croma”. Perché i televisori in bianco e nero non sono in commercio, altrimenti qui se ne venderebbero molti. Sono in corso diversi studi per capire cosa accade alla mente di chi si espone a lungo a questa privazione sensoria. Non ci sono ancora risultati definitivi, ma già è evidente una significativa riduzione di giudizio nei confronti del paesaggio circostante. Inutili cartelloni, orrendi piazzali pieni d’auto, incombenti edifici commerciali, enormi strade trafficate, tralicci e antenne, oramai l’abitante non si accorge più di tutto quanto sta attorno.  L’ovattata aria della pianura scherma tutto non solo colori e luci, è come essere sotto una grande cupola di protezione, una barriera semitrasparente che protegge e impedisce a qualsiasi elemento estraneo di disturbare.