mercoledì, giugno 24, 2020

Giro del Pizzo Stella

Sulle tracce della Pizzo Stella Skymarathon. Il percorso è quasi lo stesso, manca solo il tratto che dall'Alpe Angeloga porta a Campodolcino passando dall'Alpe Motta, per poi risalire a Fraciscio, Io invece dall'Alpe Angeloga sono sceso direttamente a Fraciscio. Le differenze sono 27km invece di 35 e 2150m di dislivello invece di 2650. In compenso l'autonomia è completa, l'isolamento quasi assoluto se si escludono Alpe Angeloga e dintorni, che sono posti molto frequentati,  nel resto del percorso ho incontrato solo un pastore con una trentina di capre nei pressi del passo d'Avero, numerose marmotte nei valloni, alcune mucche vicino al lago di Lei. L'isolamento è un pregio di questo itinerario, anche gli ambienti attraversati ed il tipo di traccia sono molto vari.
Dopo aver risalito la "valle dei Frige" fino al passo d'Avero, con un impressionante sequenza di ambienti naturali, si prosegue per una inospitale cresta, ci si orienta solo con i rettangoli colorati che guidano in direzione a volte illogica, me che consente sempre di riuscire a passare e di raggiungere 500m più in alto il Pizzo di Sommavalle 2813m, un balcone spettacolare, e punto di svolta nel "viaggio."

Dal Pizzo Sommavalle verso il passo D'Avero, a sx. la Piana di Chiavenna.


Dal Pizzo Sommavalle 2813m, la cresta sud del Pizzo Stella, in primo piano la spalla 2959m


Da qui si vede poco più in basso il bivacco giallo "Chiara e Valter", il Pizzo Stella vicino, le pareti di roccia delle cime della Bregaglia, i fondovalle di Chiavenna e dintorni.
Dal Pizzo Sommavalle, il passo di Lei con bivacco



Dalla cresta rocciosa si passa alla neve, qui un po' di  incertezza, qualche sprofondamento, ricerca di percorso per raggiungere il bivacco molto vicino ma ben piazzato su roccia. Dopo i primi tentativi a vuoto la neve si degna di reggere il mio peso non proprio esagerato. Il bivacco è sul confine idrografico, a nord del bivacco le acque confluiscono nel bacino del Rhein e sfocciano nel mare del Nord.

Confini del bacino idrografico, zona Pizzo Stella

Il Bivacco Chiara e Valter al colle di Lei, panorama sulla Bregaglia


Sono al km 12, mi aspettano 6,5km in discesa fino al lago di Lei.
Scendo sui nevai in val di Lei velocemente e senza fatica, la pendenza è ideale, la neve portante, poi ritrovo i soliti segni bianchi e rossi, il sentiero è agevole e adatto alla corsa, mi sale l'adrenalina della skymarathon, accelero, in effetti la valle è lunga e il panorama limitato.
Vedo solo alcune mucche al pascolo, le solite marmotte che abitano nei condomini vicino al sentiero e nessun altro.

Sul sentiero in val di Lei, uno sguardo indietro al passo di Lei


In fondo, dopo l'unica curva che c'è, vedo il lago di Lei, ed è proprio quello che ti aspetti di vedere in questa valle, c'è un ponte sul torrente, due case, un auto, e il cartello che indica la salita per il passo Angeloga, 400m più in alto. Dopo la lunga corsa il cambio di andatura e la salita sono molto piacevoli, tra rododendri, meteo buono, aria fresca, ampio panorama, e ci sono ancora qualche km da percorrere.

In salita al passo Angeloga - il lago di Lei
 
Ma al passo Angeloga le cose cambiano! Qui ci sono gli umani che si aggirano tra i laghetti. Sono i primi che incontro da stamattina, l'incantesimo è svanito!
Il posto è un bel piano alla quota di 2300m circa, pieno di laghetti, percorro i 2km di sentiero
che lo attraversano, molto piacevole. Alla estremità opposta a ridosso del Lago Nero un sentiero "ascensore" ripido ed esposto, EE,  portà giù  all'alpe Angeloga, dall'alto il colpo d'occhio sull'alpe è completo. Lago, baite, pascoli, mucche, il Pizzo Stella innevato, ben visibile il canale nord, e molti umani.

Sentiero "ascensore" per Alpe Angeloga

Il Pizzo Stella versante nord

Adesso il giro è quasi chiuso, Fraciscio si raggiunge velocemente dal sentiero molto frequentato, il percorso della Skymarathon invece attraversa in leggera salita, porta all'alpe Motta per poi scendere a Campodolcino, quindi risale a Fraciscio. Lascio questo tratto per quando parteciperò alla competizione, per avere qualcosa di nuovo da vedere. Al ritorno, verso casa, nella società umana, il confronto tra la natura selvaggia, spettacolare, apparentemente incontaminata e l'ambiente modificato dall'uomo, le nostre pianure e le areee densamente popolate è impressionante. Ci si rende conto che gli umani hanno occupato troppo spazio del pianeta, quasi tutto. Per questo le montagne e gli altri ambienti naturali "fuori mano" sono importanti e così interessanti da vedere e da capire. E da tenere da conto!

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