mercoledì, giugno 30, 2010

Mount Fuji

Dalla labirintica stazione di Shinjuko a Tokyo il treno locale, vagoni tipo metrò ha viaggiato per un'ora in una periferia che non finisce mai, e non  saprei dire se inizia da qualche parte. Ad Otzuko cambio di ferrovia per prendere il treno diretto a Kawaguchiko. Troviamo alloggio nell'accogliente Station Inn, semplice alberghetto dotato di ogni confort, dalla sala comune con Internet e bevande calde, alla vasca con acqua calda in terrazza. Il paese non sembra particolarmente turistico, ma se penso alle folle che si riverseranno qui tra un mese per salire al Fuji, finisco per apprezzare la tranquillità del momento.
Il giorno dopo al mattino il Fuji è libero da nubi, ma non possiamo partire subito perchè il primo autobus è alle 09:50 e poi l'ultimo per scendere sarà alle 15:40. Il Monte è chiuso ufficialmente così non è previsto un servizio di bus con orari utili per salire in cima. Il piano sarebbe di provare a salire anche se le nubi cominciano ad addensarsi, ieri pomeriggio c'era stato un temporale, e poi in mancanza del bus scendere a piedi a Kawaguchiko, lungo i 20 km di sentiero dalla 5a stazione. L'itinerario per salire al monte Fuji un tempo partiva dalle sue pendici e lungo il percorso c'erano le stazioni in cui i  viandanti potevano riposare, oggi è possibile arrivare molto in alto con la strada asfaltata, appunto fino alla 5a stazione.
Alle 11:00 mi avvio dalla 5a stazione, Valeria farà una passeggiata e poi tornerà giù con il bus, io parto correndo per provare a salire. All'inizio il percorso è leggermente in discesa, si perdono circa 80m di dislivello, poi finalmente comincia a salire su una strada a zig zag ben mantenuta e sostenuta da muretti artificiali, il terreno è alquanto friabile, c'è il divieto di lasciare la strada perchè si provocherebbe il rotolamento di sassi. Immagino la situazione di quelli che saliranno a gruppi di qui, probabilmente nel buio della notte. Incontro alcune persone che passeggiano lungo questo primo tratto. Con me salgono veloci un ragazzo e due ragazze tedeschi.
Il tempo è bel nuvolo, ma la visibilità è buona. Ad un certo punto il sentiero si interrompe in una lingua di neve, un bel canale che si perde nelle nuvole. Con grande soddisfazione tiro fuori i ramponi, che mi sono portato da casa, meno male che adesso mi servono. I ragazzi tedeschi senza ramponi non riescono a salire lo scivolo, però si arrangiano sul costone laterale un po' scarrupato e ricoperto da vegetazione. Io salgo veloce, mi piacerebbe avere anche la picozza, più che altro per quando dovrò scendere. Guadagno 250m poi il terreno si fa meno ripido e ritrovo il sentiero sgombro da neve. Trovo anche un bel pezzo di legno che potrebbe servire da picozza. Qualcuno mi precede, lo raggiungo in prossimità di una delle stazioni, un ragazzo giapponese con zaino pesante e ben attrezzato. Dopo i saluti mi dice "no pikka" .. ci si capisce bene a quanto pare, "this is my pikka" indicando il bastone, "dangerous" mi dice. Io riparto mentre lui si riposa, se si fa troppo dangerous torno giu. Invece più sopra quando ricomincia il pendio di neve non ho problemi, poco ripido e neve smollata. Alle 13:50 sono al cratere, le nuvole sono rimaste al di sotto e non c'è vento. Qui mi rendo conto che scendendo veloce potrei riuscire a prendere il bus delle 15:40. Purtroppo devo rinunciare a fare il giro del cratere, ci vorrebbe forse mezz'ora correndo, ma questo mi costerebbe 20km di sentiero in più. Discesa velocissima, sembrava di sciare, il ragazzo giapponese continuava a salire, mentre i tedeschi a metà della salita avevano rinunciato per mancanza di ramponi. Alle 15:15 ritornato alla 5a stazione ritrovo Valeria, la giornata è ancora lunga. Lo so che lo stile non è quello giusto, sul Fuji bisognerebbe salire con calma e con rispetto. Adesso che sono giù ci ripenso e un po' mi spiace di non averci messo due giorni invece di 4 ore.