lunedì, ottobre 13, 2014

Animals animals

Mi colpisce il fattore comune di coloro che non si preoccupano della condizione degli animali e non si curano delle pratiche in uso per produrre il cibo che consumano. Per non parlare di chi ha una considerazione della vita animale come se si trattasse di oggetti inermi.
Il fattore comune è il rifiuto. Il rifiuto di informarsi. Il rifiuto di mettere il naso dietro  questo piccolo telo che nasconde alla vista la realtà. Si perché il telo è proprio  leggero, basta volerlo per riuscire a vedere cosa c’è dietro.  La forza del sistema non è quella di nascondere le cose, qualora lo fosse ci si sentirebbe privati del personale diritto di conoscere.  La forza del sistema invece è la complicità. In cambio ti do cibo buono ed economico, ma  non venire a ficcare il naso in faccende sgradevoli. E lo sgradevole è già di per se un argomento convincente. In parte ci dovrebbe convincere del sacrificio volontario degli animali per il bene degli esseri umani e della indifferenza ad essere trasformati in cibo non solo attraverso la uccisione ma sopratutto mediante una vita artificiosa e innaturale.  Questa idea c’è, ed è trasmessa dagli adulti ai bambini, in pratica tenendo i bambini alla larga certi argomenti e rafforzando le situazioni belle, la mucca a pascolo, la capretta dietro lo steccato, etc.  Il cibo è un elemento fondamentale della cultura di un popolo , è un perno della identità, la conoscenza e l’uso del cibo è un punto di forza della nostra specie.  Al benessere (presunto) che proviene dalla fabbrica del cibo siamo dunque predisposti a sacrificare un  atteggiamento sottomesso e in linea con il sistema.
Dunque, per quale maledetta ragione si dovrebbe andare a guardare dietro il telo se  probabilmente non c’è nulla da guadagnarci.  Inoltre la dannata paura di dover rinunciare a qualcosa che piace, .. il cibo animale .. porta molti ad assumere un  atteggiamento di  distacco, o anche a supporto,  ... a qualcosa che non si conosce perlopiù.