venerdì, dicembre 30, 2011

Poncione Tremorgio

Dopo la solita digestione! E dopo la solita indigestione di luoghi comuni e di raggiri mediatici in tema natalizio, mentre il grigio manto del sistema global-finaz-imprend-consum-ammazz si estende senza trovar ostacoli, senza segnali di segno diverso, mi ritrovo inaspettatamente a faticare per portare due assi pellate il più in alto possibile.
Siamo in due, nel mio compagno e supporter di viaggi esotici noto la stessa inclinazione a trovar rinfranco nell’ambiente montano, a distanza dal sistema preposto. La sedentarietà e il logoramento della routine accentuano la fatica a trascinare il proprio peso e poco altro di più in alto, per un erto bosco, attraverso una valletta impervia, fino ad aggirare le ultime balze e percorrere la cresta fino in cima. Dalla metà in poi il pensiero è stato tutto dedicato a far andare le gambe con la stessa lena, mentre queste inviavano segnali di avaria e di esaurimento. La discesa cominciata bene su pendio meriggio, è diventata meno bella nella valletta in ombra, ma ha peggiorato sempre più scendendo, fino al punto critico di trovar la crosta meringata, per tornar poi decente all’alpeggio quando oramai era finita. Ma mancava ancora la stradina da percorrere, in buona parte a piedi, con stanchezza e con soddisfazione per esser stati temporaneamente fuori dalla vita civile organizzata. Ma pur dovendo ritornarci in mezzo, il momentaneo allontanamento rafforza la percezione della nostra società con le sue caselle in cui ognuno trova posto. Per quanto ci si impegni ad abbellire il proprio spazio, a costruire il proprio contesto, in realtà si tratta solo di trovare e di adattarsi a ciò che è già predisposto. Si può uscire liberamente dal percorso organizzato, si possono evitare i presidi organizzati di distrazione di massa, ma facilmente si va incontro al vuoto, le amicizie si affievoliscono, i contrasti si rinforzano, i dubbi si fanno avanti. Le possibilità sono limitate, lo status corrente non consente oneste deviazioni, una alternativa consiste nel tenere aperto un canale di libera interpretazione in cui spazio tempo e contesto non sono riconducibili al modo comune predefinito.
Per questo il senso di aperto e di sconosciuto di un itinerario in montagna, la quasi mancanza di agenti esterni, la importanza di se stessi e di motivazioni interne si pongono a contrappeso del soffocante vivere organizzato. La mancanza del contorno affollato pregno del minimo comun denominatore, sostenitore del cerchio generazionale, della standardizzazione, della produzione in catene di beni a basso contenuto di idee e alto gradimento generale, apre ad una visione personale, differenziata, in cambiamento e per questo sfuggente e volutamente inapplicabile ed inutile nel contesto collettivo.