giovedì, luglio 23, 2009

Cadore

Ci siamo venuti in vacanza, anche se solo per una settimana. Il tempo basta appena per guardarsi attorno perché c’è molto da vedere e da imparare. Siamo finiti in un posto molto bello, Selva di Cadore in val Fiorentina. Il paese è distribuito in frazioni lungo 6km di valle. Ci sono le case tradizionali affiancate dai tipici Tabia’ (costruzioni agricole), e poi ci sono le villette e i condomini, le seconde case dei veneti. Per questo aspetto, ma solo per questo mi ricorda la Valsassina. Ma qui non ci sono i milanesi e neanche i veneti, infatti le seconde case sono vuote, forse ci vengono in inverno. Veramente, perché pare che lo da sci sia una delle principali attrazioni del posto. Il comprensorio della Civetta. Ma a me la Civetta interessa anche in estate, almeno vederla? Dalla nostra location, la seconda casa di qualcuno, dietro alla montagna di fronte vedo uscire una bella cima, quasi sempre con la sua bandiera di vapore,

mica potevo immaginare che al di sotto ci fossero altri 800m di parete e che quella fosse la nord della Civetta.

Però guardavo sempre lì lo stesso e la prima gita che abbiamo fatto è stata girare attorno alla montagna di fronte per vedere cosa c’era sotto il dentino che spuntava. Un’altra attrazione invece era dal lato dietro della casa, proseguendo in salita nella valletta per 1000m di dislivello di arrivava alla forcella Giau e proseguendo ancora si finiva per trovarsi al passo Giau, reso famoso da qualche tappa del giro d’Italia. Invece il panorama da casa verso Est era il monte Pelmo complet, sto cubo di roccia che sembra la base del Cervino tirandogli via 1500m di punta e arrotondando qua e là e trasformando il granito e gli scisti penninici in Dolomia rossiccia.

Ovest invece è il lato da cui siamo arrivati, quindi in fondo dovrebbe esserci la Lombardia con i suoi “lunbard”, ma porco cane anche qui il giornale del popolo è la “padania”, ma che ci vadano i Cadorini a vederla, poi forse cambiano idea. Certo che qui la storia quando si è fatta sentire erano eserciti che arrivavano o che partivano, secondo me la gente del posto saggiamente non parteggiava per nessuno, che differenza avrebbe dovuto fare austriaci o italiani, qui hanno una loro identità, sono del Cadore, altro che Padania.

Comunque a Ovest oltre a esserci la Marmolada, c'è il “Col di Lana”, Livinallongo, Fodom, cioè un posto noto per le vicende pazzesche della prima guerra mondiale, una valle abitata da una comunità ladina che mi pare abbia tirato fuori tutto il proprio carattere proprio quando italiani e austriaci si sono messi a far la guerra a casa loro, i soldati oltre che morire hanno anche raso al suolo finanche i pascoli, che hanno dovuto poi essere bonificati e ricreati alla fine degli eventi bellici. Tanto di cappello a questi agricoltori Fodom che lavoravano pascoli ripidi calzando ramponi, e falciavano legati dall’alto con la corda. Però col vantaggio che una volta raccolto e legato il fieno rotolava giù da solo, e forse con la rincorsa a imboccare la porta del fienile. Sempre sul tema della guerra, a poca distanza dalla nostra location siamo andati a vistare le postazioni italiane alle “cinque Torri”, sotto trincee e le fortificazioni, sopra un sito di arrampicata per tutti i gusti.

Attorno tofane, crode, torri, e pascoli, praterie e sentieri che aspettano solo il viandante.
Ma non c’è stato il tempo per capire il meteo della valle, ne per raggiungere quel rifugio alle pendici della Civetta, nemmeno per fare il giro del Pelmo, a piedi, oppure più largo in mountain bike. Sono riuscito a solo a capire solo che il Cadore mi chiama … … vieni.. vieni… v i e n i . .