mercoledì, ottobre 30, 2013

Monte Casto Trail

All’inizio sono sempre ottimista, ma adesso che le gambe sono diventate pesanti, comincio a vedere le cose diversamente, penso al tempo ancora necessario per concludere la corsa, il conto è presto fatto visto che sono circa a metà strada. Già in partenza avevo capito che non andava molto bene, mi sembrava che tutti andassero velocissimi, invece ero io ad essere lento. Avevo sperato che almeno la fiacca iniziale non peggiorasse, infatti ho provato a prenderla  relativamente lenta, ma  dopo 3 ore di corsa mi rendo conto del  temuto ulteriore calo fisico.  Il motore, le gambe, hanno smesso di funzionare bene. Correre non è più un gesto naturale, diventa un comando  per il quale occorre concentrazione perché non si può ne sbagliare il passo ne ignorare gli ostacoli. Più si è stanchi maggiore è l’attenzione necessaria, così si compensa la minore capacità di recuperare ad eventuali inciampi. 

Nel TRAIL non ci si annoia di sicuro, si riesce comunque a guardarsi attorno e ad osservare alcuni particolari, i colori dell’autunno, le nebbie sparse, le combinazioni di vegetazione, i pascoli, le baite, etc.  Non si fa solo fatica, qualcuno con cui scambiare qualche battuta c’è sempre. Ma anche se lontano dalla competizione per la classifica c’è comunque quel sano ingaggio che fa parte dello SPORT: attività fisica competitiva; casuale o organizzata; con lo scopo di mantenere e migliorare la forma fisica; in grado di intrattenere. Altrimenti, chiamala escursione, chiamala gita o attività piacevole, ma se manca l’impegno del fisico e la competizione non è sport. Nello sport la competizione è necessaria, oltre che per il divertimento, anche per dare una motivazione a situazioni che non hanno uno scopo utilitaristico. La competizione ha diversi aspetti e significati: si considera negativamente quando è un atteggiamento di lotta per accaparrarsi qualcosa di limitato, o per avere un premio che consiste in un vantaggio a danno di altri. Purtroppo nella vita di tutti i giorni c’è sempre quel pizzico di competizione per cose banali e a volte insignificanti, a volte questo atteggiamento di difesa, attacco, va oltre il necessario e diventa prevaricazione. Invece la competizione nello sport dovrebbe avere lo scopo di far divertire. Come sarebbe una partita di calcio se a nessuna squadra interessasse vincere? Nella corsa in montagna, lo scopo della competizione è mettere alla prova le capacità fisiche di muoversi nell’ambiente, grazie ai numerosi partecipanti è possibile disporre di molti  contributi  ed  esperienze che arricchiscono e aumentano l’intrattenimento. Infatti una gara è una occasione di sport, ma è anche un momento di incontro e di confronto che alimenta la passione per la montagna, per la corsa,.. per gli esseri umani e non.
In effetti al termine della giornata si coglie un po’ il senso generale dell’attività, è stato un gioco, una sfida, ma anche un diversivo e una piacevole esperienza nell’ambiente naturale. La competizione termina al passaggio del traguardo. Ma oltre al tempo trascorso, alla soddisfazione per aver portato a termine una impresa, rimane la consapevolezza di se nel fisico e nella mente,  la voglia di continuare e di cambiare, la voglia di ripartire e di andare oltre. “Stay hangry, stay foolish” mi viene in mente, se qualcosa può tornare utile è stata la misura della difficoltà e il capire i propri limiti; se può servire cercare di superarli!!

Articolo da "Sport di montagna"