martedì, maggio 13, 2014

Bernina da Morteratsch

Il viaggio in auto dalla Brianza all’Engadina, prima dell’alba, suscita qualche malumore nel costatare l’apparente armonia del paesaggio svizzero in contrasto con la decadenza economica e morale del nostro paese. Ripensando alla discussione che si è accesa in auto riguardo alle utilità o meno di alcune istituzioni, penso che in questi anni la propaganda esplicita e subliminare abbia raggiunto molti successi nello screditare le nostre  Istituzioni.  Per non pensare a quello che hanno fatto uomini e donne privi di etica e di pudore che hanno succhiato il sangue attaccandosi alle vene principali dello Stato, cioè all’interno dei suoi organi principali. Loro, non vogliono la democrazia,  vorrebbero comandare, minacciare, avere gente che ubbidisce, e ovviamente fare soldi, per questo a volte si crea il connubio con le mafie, che sono proprio questa cosa qui, ma se non sono riusciti a farlo con la forza, ne con il terrorismo, cioè le stragi e la strategia della tensione, allora, per distruggere le Istituzioni, per mandarle in cortocircuito, per screditarle, perché non infiltrarci  persone assolutamente indegne e capaci di delinquere, in  modo tale  da deteriorare il rispetto della gente per queste Istituzioni. Non mi espongo a fare un elenco, ma le condanne definitive di noti ex, ex, sono note a tutti, e i “personaggi” che si sono guadagnati i vitalizzi per essere stati collocati in un consiglio regionale o in parlamento, nonostante la loro bassa reputazione, o limitato profilo cultural pubblico, non sono un mistero.  Si è  messo in atto un lento  logorio del sistema Istituzionale, l quale è difficile da capire, è complesso, è nato da una situazione storica estrema, dal passaggio istantaneo dalla guerra alla pace, dalla dittatura e dal terrore alla libertà e alla dignità, dal buio alla luce. Un sistema Istituzionale pensato anche per ostacolare prevedibili manomissioni future. Qualcosa di veramente difficile da realizzare e che vorrebbe essere inattaccabile, perché sono forti le forze  che vorrebbero disgregarlo,  e poi si pensi al poco “senso dello Stato” dei cittadini italiani, che per esperienza non vedono mai bene le autorità. Dunque il risultato è che siamo a chiederci se le certe Istituzioni servano oppure no, e purtroppo la tentazione di risolvere il quesito sulla base del degrado di cui dicevamo è forse la conclusione a cui volevano portarci.  Questi pensieri negativi, però,  svaniscono subito appena ci avviamo con gli sci in spalla nella valle di Morteratsch.  Dopo poco, calzati gli sci incominciamo a vedere bene il percorso e i gruppi di scialpinisti che ci precedono, molta gente, molti partiti dalla Boval. Noi siamo probabilmente gli ultimi tra quelli partiti all’alba da Morteratsch.  Risaliamo velocemente le ripide rampe del ghiacciaio mentre il cielo si annuvola, ma la cima del Bernina viene solo sfiorata dalle nubi che sembrano non compattarsi. Tutto tranquillo, si scende per attraversare il così detto  buuch, a parte i grossi crepacci che aggiriamo non si vedono segni dei più insidiosi crepacci piani, cioè senza dislivello tra i due bordi,  é tutto coperto e spianato. In vista del pendio finale ci rendiamo conto di quanta gente ci sia, si prevede coda sulla traccia in cresta. Infatti così è stato, anche se il grosso della folla era già passato. Però siamo fortunati di arrivare in cima in solitudine e con un raggio di luce tra le nubi. La sciata non è eccezionale a causa di, stanchezza, luce grigia, campo arato,  remollo, però va bene, considerato che scendiamo veloci e facilmente. Grande soddisfazione di ritorno a Morteratsch. Abbiamo fatto un viaggio nella natura selvaggia contando principalmente su noi stessi, nel  nostro fisico e nella nostra capacità di affrontare la fatica ed il pericolo. Non è stato granché arrivare in cima, quanto esserci arrivati, quanto aver messo in contatto tra loro il fisico e la psiche per qualcosa di serio e di vitale, e, insomma, aver visto che vanno ancora d’accordo. 





Dalla cima svizzera