martedì, settembre 01, 2009

Lenzspitze - Nadelhorn

Bon mais Long.
Anche se le gambe mi fan male, i piedi sono massacrati, lo stomaco è annodato, la cosa che più mi spiace è lasciare questo paese senza auto per tornare nei dintorni della città con il maggior numero di auto per km quadrato in Europa. Prima di partire ancora un’occhiata alla lenzspitze, alla cresta, e al rifugio. Tutto troppo veloce, una tirata sola da questa mattina alle 5, in perfetto stile “lumbard”, vai, fai, non fermarti, non perdere tempo. Mi piaceva oggi guardare dall’alto verso la Lombardia laggiù sotto alle nuvole, mentre qui aria tersa, sole e caldo nonostante fossimo abbastanza sopra i 4000m. Da queste parti sul ghiacciaio c’è un ristorante girevole da cui si dice che nei giorni con aria tersa si possa vedere il chiarore della città di Milano , negli altri giorni invece si vedono solo le montagna attorno, ma si sa che esse non emettono luce e di notte sono indistinguibili. In compenso da Milano con un cannocchiale, sempre nelle giornate terse si possono distinguere le montagne di cui parliamo. Ma non è la stessa cosa. Oggi per la verità non ci siamo accorti del tempo che passava, la principale preoccupazione, il meteo, non ha mai impensierito, per cui ci siamo dedicati interamente solo a quello che stavamo facendo, percorrere un itinerario alpinistico in alta quota. Concentrazione a salire a tastare le rocce instabili, a trovare qualche spuntone per assicurarsi, recuperare, attrezzare la corda doppia, rilegarsi, ripartire. Quando si è impegnati al 100% a valutare quello che si sta facendo, il tempo passa velocemente. Per questo adesso siamo già in auto di ritorno a casa. Allo stesso modo adesso alla guida dell’automobile è necessario concentrarsi in quello che si sta facendo, forse ancora di più perché bisogna capire anche che intenzioni hanno gli altri automobilisti, la faccenda è complicata. Mi ricorderò del silenzio di questo paese senza automobili più della montagna e della cresta che abbiamo percorso, già nel corso della salita avevo perso il conto dei torrioni superati e ridiscesi, dopo un po’ era diventato un automatismo che inaspettatamente si era interrotto sulla vetta del Lenzspitze, e allo stesso modo era terminato sul Nadelhorn quando pensavamo che ci fossero ancora torrioni da scavalcare. Sarà stata la concentrazione e l’impressione dei panorami a tagliare risorse alla memoria. Rimane una vaga idea della sensazione di quei momenti, ma l’effetto svanisce velocemente, per capire bisognerebbe farsi trasportare lassù ad osservare gli alpinisti che salgono e liberi da occupazioni carpire la sostanza della situazione. Infatti la descrizione a caldo che abbiamo concordato con la coppia di francesi incontrati in cresta, e rincontrati in discesa verso Saas Fee, è stata lapidaria “bon mais long”, avrei voluto dire qualcosa d’altro , francese permettendo, perché la fatica meriterebbe qualche motivo in più, ma in quel momento non mi veniva in mente.

Lenzspitze da Saas Fee


Saas Fee dai pressi della Mischabelhutte

Sulla cresta del Lenzspitze

Il tratto di neve a fianco della nord del Lenzspitze

Nadelhorn e cresta di collegamento

Nadelhorn

Discesa dalla normale del Nadelhorn

Lenspitze nord

Cresta Lenzspitze - Nadelhorn

Itinerario

La traversata


Report su Gulliver

1 Comments:

Blogger Orzo Bimbo said...

Bellissima salita. Poi fatta con poca gente deve essere stupendo.
Siete una coppia fantastica, anche se non uscite spesso, quando lo fate lasciate il segno.
E inutile parlare di invidia, c'è solo ammirazione,ed è bello poter ogni tano riuscire a combinare assieme .
A presto

settembre 01, 2009  

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